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Immagine del redattoreLucia guida Venezia

Un itinerario insolito per un tour di Dorsoduro Venezia ©, 2021

Aggiornamento: 7 feb 2021

Ecco a voi un itinerario insolito per un tour di Dorsoduro Venezia!


Basterebbe una vita per conoscere Venezia? Probabilmente no, la città è un labirinto di acqua, calli e misteri. Una passeggiata a Dorsoduro è senza dubbio unica, lontano dai sentieri battuti e dalle zone più turistiche per scoprire l'essenza e i segreti del sestiere più artistico della città.

Dorsoduro è uno dei sei sestieri di Venezia, le sei zone in cui dal 1170 è suddivisa la città. Il toponimo nascerebbe dalla solida consistenza del terreno e anche la Giudecca è parte del sestiere.


Il nostro itinerario inizia da campo san Barnaba, un luogo di leggende e imprese cinematografiche. Nel famosissimo film “Indiana Jones e l'ultima crociata” la chiesa è stata utilizzata per ambientarvi un'immaginaria e maestosa biblioteca.

Mentre il campo antistante è la location dove Harrison Ford, dopo aver percorso dei cunicoli immaginari, esce da un tombino a lato del campo, scandalizzando gli eleganti clienti del bar seduti ai tavolini. A pochi passi da questo singolare campo si può scoprire la vera "vita sull'acqua" con il mercato galleggiante di frutta e verdura, un’istituzione in città.


Ecco il cosiddetto “Ponte dei pugni”. I cittadini di Venezia al tempo della Repubblica erano divisi in due diverse fazioni e vi era usanza di praticare singolari combattimenti. I protagonisti si affrontavano sul ponte, all’epoca senza protezioni, dove ancora oggi vediamo quattro impronte in pietra bianca. I contendenti dovevano sistemarsi all’interno delle sagome pronti a praticare lo scontro tentando di gettare gli avversari nel rio sottostante.


Sul lato destro di campo dei Carmini è invece presente, al numero 2615, un edificio parte di un antico palazzo che fu della famiglia Moro, conosciuto come “la casa di Otello”. Cristoforo Moro, tornando da una spedizione a Creta in qualità di capitano di quattordici galee, perse la moglie in viaggio. Nel 1604 Shakesperare pare si sia ispirato a questa triste storia e alla tragedia “Hecatommithi” del ferrarese Giambattista Giraldi Cinzio per la sua tragedia “Otello, il Moro di Venezia”.

Per un riguardo all’aristocrazia veneziana, entrambi gli autori avrebbero fato figurare come protagonista delle loro opere un personaggio scuro di pelle, piuttosto che “moro” di cognome.


A poca distanza, percorrendo la fondamenta del soccorso si arriva a palazzo Zenobio, in passato la sede del rinomato collegio degli Armeni. Su richiesta è possibile entrare e ammirare il pavimento del portico a marmi rossi e bianchi. All’interno il palazzo custodisce un’ ampia area verde, uno dei tanti giardini nascosti di Venezia. Decisamente sobrio all’esterno, il palazzo si presenta sontuoso all’interno. Il salone da ballo del primo piano viene chiamato “sala degli specchi” e con la sua atmosfera alla “Versaille” ci proietta in un tempo passato fatto di ricevimenti, musica e feste con i suoi stucchi, i trompe-l’oeil, le false prospettive e i grandi specchi che amplificano lo spazio. Gli amanti della cantante Madonna non rimarranno stupiti nel riconoscere la location del videoclip “Like a Virgin”!


La prossima meta è la chiesa di San Sebastiano che custodisce un ciclo memorabile di opere di Paolo Veronese.


San Nicolò dei Mendicoli, invece, è una gemma alquanto nascosta che alloggiava alcune religiose dette pizzocchere (bigotte) che vi trascorrevano lunghe ore in preghiera; di antica fondazione medievale,

il piccolo portico, ricostruito agli inizi del XX secolo, è stato un riparo per le poverelle che vivevano di carità. L’ interno è un florilegio di stili, cornici bizantine, altarini in legno rinascimentale, una statua lignea dorata, massiccia scultura gotica della scuola di Bartolomeo Bon.


A poca distanza dalle Zattere, la fondamenta che si snoda lungo tutto il canale della Giudecca, ci si imbatte in San Trovaso, uno dei pochi campi ancora alberati.


Qui è presente la chiesa dei Santi Gervaso e Protasio. Il 14 giugno 1779 una servetta venne ad attingere acqua dal pozzo al centro del campo ma qualcosa le impediva di raccoglierla. Un giovane coraggioso scese e scoprì che il condotto era occluso dal busto di un uomo.


Nel giro di poche ore vennero verificati tutti i pozzi di Venezia. In quello del Malcanton vennero trovate le gambe, nel rio di Santa Chiara la testa e le interiora galleggiavano sull’acqua delle Zattere.

Un delitto apparentemente perfetto. Ma tra i capelli del defunto fu trovato un rotolino di carta con le iniziali VFGC.

Le gazzette della Repubblica diffusero la notizia e un signore d’Este, Francesco Cestonaro riconobbe le proprie iniziali e tradusse il messaggio: vostro fratello Giovanni Cestonaro. Si precipitò a Venezia riconobbe il volto del fratello e denunciò la moglie del defunto, Veneranda Porta.

L’infedeltà la portò a compiere il terribile delitto e il messaggio postumo portò alla decapitazione della donna e dell’amante nel gennaio del 1780.


San Trovaso dona anche il nome allo squero dove ancora oggi si riparano e si costruiscono le gondole. Ogni gondola con la sua forma asimmetrica deve rispettare la lunghezza massima di 11 m e 35 cm e la larghezza massima di 1m e 42 cm.

Può essere composta da ben 280 parti tutte in legno: rovere, olmo, abete, ciliegio, larice, mogano, tiglio e noce.

Il colore per editto della Repubblica dal 17° secolo è rigorosamente nero al fine di contenere le bizzarrie dei nobili benestanti e delle loro gare alla ricerca del lusso più sfacciato.


Herman Hesse amava farsi portare da isola a isola per giornate intere, Lord Byron anziché salire in gondola la seguiva nuotando in laguna (ora questa usanza è vietatissima!).


Il ponte de le Meravegie, invece, ricorda ben due leggende di cui una ripercorre la storia d’amore tra un robusto vogatore e una giovane la meno attraente tra sette splendide sorelle che in poche sere si trasformò in.. una meraviglia.


Mentre il rio del Malpagà prende il nome da un fatto realmente accaduto, gli operai del capitano Fantini Michiel nel 1425 costruirono in una notte il forte di Ragusa, la perla della costa dalmata.

Tornati a Venezia il solerte lavoro venne retribuito con un bizzarro conteggio ovvero dividendo la paga giornaliera su 33 giorni, uno sconto mal estorto.


Spero che questo articolo ti sia piaciuto! Ti ricordo che Dorsoduro è protagonista del mio tour i segreti e le gemme nascoste di Venezia.

Ma ovviamente questo era solo uno dei possibili itinerari per immergersi nel sestiere artistico di Dorsoduro, il più artistico della città, con suoi palazzi, chiese ricche di fascino, un unico mercato galleggiante e elementi architettonici di rara bellezza.


Lucia Bondetti

luciaveniceguide@gmail.com


Tour di Dorsoduro Venezia

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